lunedì 13 maggio 2013

Monoceros - Suzette Mayr






Monoceros - Suzette Mayr
Pagine: 331
Edizione: Miraviglia Editore
Titolo originale: Monoceros
                                                                       
"L'assenza di Furey è come il dente che manca in bocca a suo nonno."

TRAMA:                                                                           
Una scuola canadese cattolica. “Qualcuno ha scribacchiato 6 1 frocio con un pennarello rosso sul suo armadietto, e la ragazza del ragazzo di cui è innamorato gli ha tirato addosso merda di cane congelata.” Così Patrick Furey, diciassette anni, si suicida, dopo essersi incontrato un ultimo glorioso martedì con Ginger nel loro posto speciale, al cimitero. Sullo sfondo la neve di Calgary e una moltitudine di ragazzi e di emozioni, perché in “Monoceros” i ragazzi possono essere crudeli e indifferenti, fragili e soli. L’autrice inchioda, le voci dei protagonisti ad una trama durissima, tirando fuori l’energia cinetica e la claustrofobia di una scuola moderna, mentre esplora l’effetto a catena che il suicidio del ragazzino ha su un gruppo eterogeneo di adolescenti. I capitoli formano un collage in rapido movimento. Nel cast figurano la crudele e spietata Petra e la sensibile Faraday, ossessionata dalla verginità e dagli unicorni che acquisterà in internet, Gretta, la madre di Patrick che cerca disperatamente di elaborare il lutto per la perdita del figlio, ma anche il preside Max e l’assistente scolastico Walter, legati da una relazione gay in forte crisi.

RECENSIONE:
E’ un lunedì, e Patrick Furey decide di suicidarsi. Perché? Perché vuole essere responsabile della propria fine. Ma questo non è un libro sul suicidio, non è un libro sull’omosessualità e sicuramente non è un libro sui drammi adolescenziali. Credo di non saperlo ancora di cosa parla, parla di tutto, di niente, della vita e della morte. Ed è proprio da una morte da cui questo romanzo parte, una morte che ha scaturito molti sentimenti: rabbia, paura, confusione, indifferenza, disperazione e incredibili sensi di colpa.
Ogni capitolo è visto dal punto di vista di un personaggio, alcuni avevano poco a che fare con il “ragazzo morto”, ma dopo questa avvenimento la vita di queste persone comincerà a cambiare, forse potevano fare di più, “forse potevo dirgli –come va?- quando mi ha passato la gomma al posto di uno scialbo grazie?”.
Leggi, ed è come se facessi una completa immersione nel libro, nel personaggio; ora tu sei Faraday, la stramba ragazzina che, per scappare dalla realtà e da una famiglia che si finge perfetta crede che un giorno il suo bel unicorno verrà a salvarla. I personaggi sono proprio ben costruiti ed essendo molti e diversi tra loro dovrebbe essere una cosa molto complessa descriverli così bene. Per questo ho amato la scrittura della Mayr, è diretta, non ha bisogno di tanti fronzoli per spiegarti i sentimenti dei personaggi, nonostante gli argomenti delicati usa una buone dose di ironia. Questo libro mi ha incatenato tra le pagine, arrivata alla fine mi ha lasciato quasi un amaro in bocca e ho pensato che in fondo è questa la vita, anche un evento che potrebbe avere pochissimo a che fare con te potrebbe sconvolgere tutti, portarti a pensare “Ma io valgo tanto quanto quello che sono diventato?”
Questo libro l’ho sentito molto vicino e credo che non me lo scorderò facilmente. Io lo consiglio vivamente, forse voi lo interpreterete in modo diverso, come è giusto che sia, ma di certo non vi lascerà indifferenti.


VOTO: 9.5


-Annie

PostScriptum: Suzette Mayr sarà presente al festival di Rimini “Mare di libri” che va dal 14 al 16 giugno. Qui la pagina di Facebook dedicata al festival.

1 commento:

  1. Lo sto leggendo proprio ora e per adesso devo dire che mi sta piacendo! Le prime 50 pagine circa non mi stavano molto convincendo, ma ora sta migliorando molto. Spero continui! ^_^

    RispondiElimina