Venuto al mondo - Margaret Mazzantini
Pagine: 531
Edizione: Mondadori
Titolo originale: Venuto al mondo
"È vero sono uno stupido! I poeti sono stupidi come mosche contro un vetro! Sbattono contro l’invisibile per arraffare un po’ di cielo."
TRAMA:
Una mattina Gemma lascia a terra la sua vita ordinaria e sale su un aereo, trascinandosi dietro un figlio, Pietro, un ragazzo di sedici anni. Destinazione Sarajevo, città-confine tra Occidente e Oriente, ferita da un passato ancora vicino. Ad attenderla all'aeroporto, Gojko, poeta bosniaco, amico fratello, amore mancato, che ai tempi festosi delle Olimpiadi invernali nel 1984 traghettò Gemma verso l'amore della sua vita, Diego, il fotografo di pozzanghere. Il romanzo racconta la storia di questo amore, una storia di ragazzi farneticanti che si rincontrano oggi, giovani sprovveduti, invecchiati in un dopoguerra recente. Una storia d'amore appassionata, imperfetta come gli amori veri. Ma anche la storia di una maternità cercata, negata, risarcita. Il cammino misterioso di una nascita che fa piazza pulita della scienza, della biologia, e si addentra nella placenta preistorica di una Guerra che mentre uccide procrea.
RECENSIONE:
È
il primo libro che leggo della Mazzantini, dopo averne sentito tanto parlare, e
la prima parola che mi viene in mente per descriverlo è intenso. A partire
dagli importanti temi che tratta: la mancata maternità e la guerra di Sarajevo.
La prima parte del libro è incentrata sulla
storia d’amore di Diego e Gemma e sulla mancata maternità di quest’ultima. Pur
non avendo forse l’età giusta per comprendere la frustrazione, il dolore della
protagonista, la Mazzantini è riuscita a descrivere talmente bene i sentimenti
di Gemma che soffrivo con e per lei. Inoltre mi ha stupito il fatto che abbia
caratterizzato i personaggi del libro in modo magistrale, tanto che alla fine
mi sembrava di conoscerli veramente. I loro comportamenti sono del tutto
consoni alle persone comuni e l’analisi interiore che la scrittrice fa fare
alla protagonista è straordinariamente realistica.
La
seconda parte, che personalmente mi è piaciuta di più, trattava il tema della
guerra di Sarajevo. Questa parte è straziante, come quasi tutto il libro, ma mi
ha permesso di rendermi conto di che cosa atroce sia la guerra. Mi ha fatto
vedere la guerra da vicino, con gli occhi di Gemma ho visto una realtà che oggi
i giovani, me compresa, sentono molto distante e incomprensibile. Di questa
parte mi è rimasta impressa nella mente, come è rimasta impressa alla
protagonista, l’immagine di un bambino morto che la scrittrice abilmente
rinomina “il bambino blu” e che ricorre ripetutamente nei pensieri di Gemma nel
corso del libro.
“Venuto
al Mondo” è un libro che ti si incastra dentro, uno di quei libri che ti
coinvolgono totalmente, ti fanno sentire partecipe delle gioie ma soprattutto
dei dolori della protagonista, nonché voce narrante del romanzo; a tal punto
che in certi momenti mi arrabbiavo per i comportamenti che assumevano o ridevo
per cose che dicevano.
Il
dolore è sempre presente all’interno del libro; sia che si tratti di un dolore
“comune”, un male d’amore, sia che si tratti del dolore causato dalla guerra.
La scrittrice è stata capace di dare eguale importanza ad entrambi e di
descriverli in modo molto realistico, infatti spesso ti porta ad immedesimarti
nel dolore del personaggio.
Intensa
è anche la scrittura della Mazzantini; ricca di metafore, accostamenti di
termini che combaciano perfettamente l’uno con l’altro, scorrevole ma ricca di
particolari, l’ho amata. Credo che sia stato grazie a questa se ho continuato a
leggere imperterrita anche se in alcuni momenti i temi trattati sembravano
quasi soffocarmi.
In
conclusione, l’ho trovato un libro veramente bello e, soprattutto, scritto in
modo meraviglioso, che mi ha emozionato tantissimo e che sicuramente non
dimenticherò tanto presto.
VOTO: 9.5
-Haryon
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